Evento organizzato dall'Ordine degli Architetti P.P.C. di Bologna
Webinar, 10 dicembre 2020 dalle ore 15.00 alle ore 19.00 - 4 CFP
Da tempo a livello nazionale e locale si assiste ad un vivace dibattito in merito al
come intervenire nella città consolidata e nei centri storici in particolare. La città,
infatti, si evolve e si trasforma. Ogni periodo storico ha apportato cambiamenti
dando il proprio contributo secondo la propria sensibilità e cultura, seguendo lo "spirito del tempo". Sovrapponendosi ed integrandosi con l'esistente, le
architetture dei diversi periodi hanno conformato la "forma urbis" di oggi. Si pone
quindi come presupposto che la bellezza delle nostre città sia, di fatto, frutto di
trasformazioni continue, avvenute in tutte le epoche: un fenomeno inarrestabile.
Questo non significa avallare acriticamente qualsiasi intervento contemporaneo
all'interno del tessuto cittadino. È necessario quindi un ragionamento quanto più
ampio, collettivo e condiviso, ogni volta che si interviene, valutando il merito del
progetto.
Ecco il punto cruciale della discussione: la centralità del progetto di architettura.
Un argomento di cui poco si parla, perché, nel profondo dello spirito del Paese, è
scarsa la consapevolezza, come anche la cultura e la sensibilità, sul ruolo della
disciplina dell'architettura nella vita di tutti i giorni.
Si registra la propensione a contrastare ogni nuova iniziativa, ingessando di
fatto le città, piuttosto che a mettersi in discussione al fine di valutare i temi
della trasformazione. Ad avvalorare questa condizione si possono citare i recenti
dispositivi normativi, compreso l'ultimo Dl Semplificazioni che contiene due
articoli che vanno in direzioni quasi opposte.
Da
una parte, in particolare nell'articolo 10, si afferma senza se e senza
ma che per gli interventi nella città storica e consolidata, nel caso
di demolizione e ricostruzione, si debba applicare il principio del "dov'era com'era",
indipendentemente da una valutazione preventiva del valore storico-testimoniale
del singolo manufatto edilizio. Dall'altra, articolo 55bis, si consente la demolizione
degli impianti sportivi storici, come quello di Firenze, capolavoro dell'architettura
razionalista, in nome di supposti motivi di sicurezza e fruibilità, in deroga anche ad
un eventuale vincolo dei Beni Culturali.
Temi non nuovi, sempre attuali. Città come Cultura è l'occasione per discuterne.
L'incontro si svolge in diretta streaming tramite piattaforma XClima
link iscrizioni:
https://xclima.com/shop/BO136513
gratuito - 4 CFP>
programma
Il
progetto è promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività
Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il
turismo.